La Nuova Sardegna - 19.11.2008

«Viaggio in Sardegna» itinerario tra le righe

«Viaggio in Sardegna» di Michela Murgia non è una delle tante guide che indicano un nuovo itinerario ai visitatori, ma la proposta di un percorso che penetra la Sardegna, e in particolare il cuore dell’isola, andando oltre l’immagine «delle cartoline e dei villaggi turistici all’inclusive».
Anche per questo l’associazione “Salvamos Orolìo-Salvamos sos nuraghes” ha invitato la scrittrice a partecipare agli incontri del venerdì, non le solite conferenze, ma un viaggio per tappe nella storia, le tradizioni, l’archeologia e la cultura della Sardegna e del territorio. Michela Murgia, scrittrice emergente, ma prima ancora laurea in teologia, operatrice di call center, impiegata amministrativa e webmaster, ha accettato volentieri l’invito di un’associazione che non si limita a “fare cultura” promuovendo incontri e dibattiti, ma si distingue con l’impegno militante nella difesa del patrimonio culturale del paese portando avanti una battaglia per salvare il nuraghe Orolìo dalla distruzione. Per la scrittrice incortare Silanus, un paese che a volte sembra appartenere a un’altra civiltà, ma profondamente civile nelle sue radici, è stata forse un’esperienza nuova. Difficile dire, al di là delle parole, quali siano state le impressioni suscitate dall’incotro con l’associazione e con il paese. Chi è Michela Murgia? É l’autrice del «Il mondo deve sapere» (edizioni Isbn), il libro nel quale racconta i suoi 60 giorni come operatrice di un call center «a caccia di casalinghe disposte ad acquistare elettrodomestici». Nata a Cabras nel 1972, vive tra Milano e la Sardegna. Il libro, che l’ha resa famosa e l’ha fatta conoscere al grande pubblico dei lettori, ha ispirato al regista Paolo Virzì il film «Tutta la vita davanti». Il suo nuovo libro la distingue per l’originalità col quale percorre la Sardegna e propone al visitatore di conoscerla. «Questo - scrive nella prefazione - è un viaggio in compagnia di dieci parole, dieci percorsi alla ricerca di altrettante mete, più uno. Undici mete, perchè i numeri tondi si addicono solo alle cose che possono essere capite defintivamente. Non è così la Sardegna, dove ogni spazio apparentemente conquistato nasconde un oltre che non si fa mai cogliere immediatamente conservando la misteriosa verginità delle cose solo sfiorate».

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